Questa è una di quelle poche storie che meritano di essere raccontate. Cercavo un tecnico che aiutasse Antonio (Saponaro) con gli agonisti. Due giorni prima del torneo di coppa del mondo, di Praga, mi telefona Marianna (Marinosci) e mi dice “stasera ti porto Matteo”. Matteo lo conoscevo per i suoi risultati e anche per il suo modo di combattere così talentuoso e anticonvezionale. Lo conoscevo anche per gli infortuni: fratture, operazioni continue, fisioterapia e un’occasione, quella di andare a Rio, sfumata senza avere nemmeno avuto la possibilità di provarci, almeno in teoria, perché così sembrava a tutti tranne che a lui. È qui inizia la storia in cui non credeva nessuno tranne lui e se, sei l’unico a pensare che qualcosa di impossibile possa realizzarsi, sei anche il solo che può farcela lottando fino alla fine. Perché non c’è nessuno che abbia realizzato qualcosa di grande senza essersi speso con tutte le sue forze e contro i pronostici. Di lui non sapevo altro, ma avevo il via libera di Antonio, Fabrizio (Piatti) e Marianna, che per me sono una garanzia, e allora: “Benvenuto Matteo”. In ranking aveva 100 punti, ne servivano 600 per andare a Rio e mancavano solo 4 mesi. Per dirla in termini calcistici è come pensare che una squadra che è terzultima in classifica vinca il campionato quando mancano 5 giornate dalla fine. La sera prima della partenza per Praga, la prima gara dopo quasi due anni di fermo forzato, ci salutiamo, lo ringrazio per essere venuto a dare una mano ai ragazzi senza risparmiarsi e gli dico, questa è la prima gara che fai da quando ci aiuti, sappi che Mezzaroma (la nostra associazione) porta fortuna. Mi risponde sorridendo: “allora sarà medaglia” e così fu: un ippon dopo l’altro, prima il polacco, poi il lituano, l’israeliano, il mongolo, il francese e infine la finale col il ceco, battuto in casa. Sono i primi 100 punti e sembrano quasi un colpo di fortuna poi, poco dopo, nun’altra opportunità, Casablabca, di nuovo medaglia e ieri il grande slam di Baku. A Baku non si scherza, è un grande slam, quello nel quale si affrontano i migliori del mondo in lotta per il pass olimpico. Sul gruppo di watsapp della nostra palestra si rincorrono i messaggi: “è il prossimo”, “vince”, “rivince”, “è medaglia”. Siamo tutti davanti al monitor a tifare per chi, appena può, viene in palestra a seguire i ragazzi e, dopo ogni gara, torna subito sul tatami per aiutare e motivare i più giovani. A Baku altri 200 punti conquistati, ne mancano ancora un po’ e c’è solanto un’altra occasione,ai limiti dell’impossibile e la folle voglia di giocarsela fino alla fine. Noi faremo il tifo per chi ci aiuta a far capire ai nostri adolescenti che nello sport e nella vita le cadute arrivano per tutti ma i campioni sono quelli che non si arrendono, che nei momenti difficili quando tutto sembra perso sanno motivare loro e gli altri, che sono soltanto i sacrifici che rendono grandi i sogni e che lottare e sperare nella stessa cosa è il modo più bello per diventare amici. Come dice Fabrizio, forza Matteo manca solo una medaglietta :). Mezzaroma porta fortuna!