Matteo Marconcini, classe 1989, 5° posto alle ultime Olimpiadi di Rio, ha riportato l’Italia sul podo mondiale 12 anni dopo Bruyere, un argento combattuto e conquistato fino alla fine.
Il primo combattimento sul tatami ungherese è avvenuto con il montenegrino Mrvaljevic, risolto con un efficace UCHI-GARI. Con il belga Bottieau già incontrato e battuto a Rio, Matteo vince al Golden Score. Arrivano gli ottavi di finale: avvincente lo scontro con l’ungherese e padrone di casa Ungvari, terzo della ranking list, ma questo non ferma il nostro campione aretino che si aggiudica l’incontro con 2 WA-ZARI. Nei quarti di finale batte il mongolo Otgonbaatar con uno splendido TAI-OTOSHI e poi con un IPPON di SEOI-NAGE. La vittoria contro il mongolo porta il nostro Matteo in semifinale dove lo attende l’iraniano Mollaei, argento ai recenti campionati Asiatici, ma per l’avversario non c’è storia: vince Marconcini con il suo micidiale UCHI-GARI che non lascia speranza. La finale, terminata con l’argento per il campione aretino, è stata disputata contro il tedesco Wilczerzak e persa per soffocamento.
Matteo Marconcini, presente sui tatami internazionali da anni, è la perfetta rappresentazione della tenacia e della grinta, doti nobili di un judoka che non ha mai smesso di crederci.
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